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GIUSEPPE GALLOTTI

Monte Coppola

(1868)

 

 

 

 

*

 

 

 

Chiunque ha passato alcun tempo in Castellammare certamente conosce quel largo piano ch'è propriamente denominato Monte Coppola, ed è la cima del monte che porta questo nome.

Erano gli ultimi giorni del mese di Agosto dell'anno 1858, e sopra due poggiuoli di quel deliziosissimo luogo, sedevano taciti, e mesti, e quasi l'uno di rincontro all'altro, due, i quali solevano colà convenire nelle ore in cui quel luogo era meno popolato di gente.

 

[...]

 

Il Duca da pochi mesi, e per i suoi affari era venuto in Napoli di Francia; dal principio della state abitava Castellammare; pochi sapeano quivi chi egli fosse; era amico di solitudine, e menava vita ritiratissima.

A quei dì Castellammare era popolatissima di gente di alto grado, e molto alla moda, la quale era convenuta colà per passarvi piacevolmente i mesi estivi. E per le amenissime ed ombrose vie che menano a Monte Coppola spesso incontravi come raccolti insieme in varii drappelli uomini e donne, napoletani e stranieri, che cavalcando asini le percorreano. Il Duca avea appigionato un quartiere in quella contrada in Castellammare che vien denominata la Montagna; avea preso a nolo un asino, ed un asinaio; il mattino cavalcava nel bosco, e quando poi il sole era presso il suo tramontare, spesso in una carrozza da nolo percorreva la bella via che da Castellammare mena a Vico e Sorrento; spesso il mattino entrato nel bosco si fermava alle Fontane, al Belvedere della Regina, o in altri luoghi di quel bosco, donde meglio si può contemplare

 

Quel bello eterno ch'educò natura

 

che lo straniero c'invidia; e di cui, se fosse dato all'uomo di poterci torre quel bel dono di Dio, saremmo già stati da gran tempo privi; ed in quei luoghi si rimaneva per lunghe ore con un libro, o con un giornale in mano.

Egli avea spesso incontrato per via l'uomo che ora gli sedea vicino; avea veduto come esso pure era amico di solitudine; spesso per caso si eran fermati allo stesso tempo in quei luoghi che colà chiamano punti di veduta; la comunanza dei gusti avea ingenerato simpatia, la simpatia si era mutata in amicizia.

Gli asinai di Castellammare sanno l'arte di aver subito contezza di tutti coloro che vanno colà a villeggiare, e ne narrano i fatti più particolari a chi vuole, ed a chi non vorrebbe saperli, sicché ognuno di quei due, poco dopo ch'erano giunti a Castellammare, avea saputo chi fosse l'altro, ed in quello stesso luogo ove ora erano seduti circa due mesi innanzi per non so quale occasione avean cominciato a parlarsi, poi avean cominciato a cavalcare insieme, a prestarsi libri e giornali; e, non distratti da altre conoscenze, in poco tempo si erano stretti in maggiore amicizia di quella che non si sarebbero stretti se si fossero altrove conosciuti.

 

[...]

 

Intanto che quei due queste cose discorreano tra loro, quattro giovani dame e taluni giovani scherzevolmente conversando tra loro erano discesi da loro asini, e s'inoltravano per quella parte del piano di Monte Coppola, dove non era permesso di entrare a cavallo. Queste giovani erano di diverse contrade di Europa; erano delle più belle che villeggiavano in Castellammare, ed appartenevano a quella classe che dicesi eletta. Però i loro discorsi erano tutti in quella lingua che la gente di alto grado crede oramai vergognoso ignorare.

La vista di quella gente, e di quell'allegria certamente non irritò gli animi del duca, né di Eduardo: se non che questi recitò al duca, facendovi pochi mutamenti, quei versi del Petrarca.

 

Per te non fa lo star tra gente allegra.

Vedova sconsolata in veste negra.

 

Si levò di sedere, uscì di quel luogo insieme col duca, e ricavalcati i loro asini, si avviarono verso le loro case.

 

[...]

 

Da altre lettere, che abbiamo creduto superfluo pubblicar per le stampe, si ritrae come [...] Eduardo era andato a Castellammare a passare la state per giovarsi delle acque salutari che colà sono.

 

 

(Da: Monte Coppola. Pel Barone Giuseppe Gallotti, Napoli, Nella Tipografia di Gaetano Rusconi, 1868, pp. 5-10; 132. Per il commento, l'inquadramento e i riferimenti bibliografici relativi ai passi riportati da questo romanzo epistolare, cfr., tra gli Studi della sez. Letteratura e Territorio, G. CENTONZE, Ciucci e ciucciari nella Castellammare dell'Ottocento)

(Fine)

 

 Ex Tabulis Iosephi Centonze

 

 

 

 

per Stab...Ianus

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