AA. VV.
Fogli volanti
(1848)
*
Arresto
di Monsignor Cocle
Monsignor
Cocle da Napoli rifuggiossi a Somma, nel Monastero de’ Liguorini; il popolo lo
seppe, accorse armato, e gli tirò delle fucilate; ma disgraziatamente non fu
colpito. Penzò mettersi in salvo, noleggiando un Brigantino, dirigendosi a
Castellammare per ottenere da quel Sottintendente il passaporto, che gli fa
negato, perciò si portò nel Monastero de’ Cappuccini di quel paese, e quei
padri, tenuto consiglio, si determinarono a non riceverlo: è da notarsi che in
quel Convento, evvi un tal Padre Superiore Leone, vera talpa, che pure era stato
proposto per vescovo dal Cocle nell’epoca de’ suoi fasti; si osservi pure
che in quel convento, tenea il Cocle una casina deliziosissima, luogo delle sue
conosciute negoziazioni.
Espulso
il Cocle, pensò rifuggiarsi presso il Vescovo di Castellammare, e lusingato dal
ricevimento e dal suo amor proprio, ebbe la baldanza di mostrarsi al palcone, e
dir messa con finestra aperta: a questo accorse quel pubblico lanciandogli delle
pietre, e mostrava desiderio averlo fra la mani. La Guardia Nazionale, per
impedire ciò circondò il palazzo vescovile. Il Sottintendente intanto già
avea scritto al Prefetto di Polizia l’accaduto, e questo funzionario gli avea
ingiunto ordine di mandarlo in Napoli; ma giunto a conoscenza del popolo, questi
si portò in gran folla alla stazione ferrata di Napoli per impatronirsene. Onde
evitare tumulti, e disordini, il Prefetto di Polizia spedí un secondo plico al
Sottintendente, acciò l’avesse ritenuto presso di se sino a nuovo ordine. E
l’istesso funzionario credè bene trasportarlo nella locanda della Gran
Brettagna, e quivi farlo guardare a vista. Venuto il Cocle in cognizione di
quanto si era disposto, e temendo, incominciò a piangere, ed a raccomandar la
sua vita alla Guardia Nazionale, e particolarmente ad un certo D. Giuseppe Diaz,
assicurando con quella faccia, atta a simulare, che egli non avea fatto male ad
alcuno!!!... fu portato in detta locanda, e con lui furon trasportati due
cassettini, che si presume siano pieni di monete di oro, frutto del suo
onestissimo lucro!!!...
Jeri
6 del corrente, il Prefetto di Polizia, personalmente si portò in Castellammare
per rilevarlo, ed oro non si sà ove esista.
Fratelli
miei; ecco finalmente che il nostro prefetto di Polizia ha dato il primo passo
sacro per la Patria. Attendiamo che progredisca contro tutti coloro che
dipendevano da questo primo anello di Satana, e lo attendiamo con impazienza.
7
Marzo 1848.
A. T.
Dalla stamperia di Fr. Azzolino, vico Gerolomini n.° 10.
(Coll. privata)
*
Arresto
di Monsignore a Castellammare
[...]
Appena scovertosi l’iniquo traditore del re, e del regno Del Carretto ed appena questi senza dar neppur un vale alla sua famiglia erasi imbarcato per esser trasferito in estero terreno, che l’iniquo suo compagno l’indegno Prelato dopo aver disposto segretamente quanto occorreva per la sua partenza involò da Napoli portandosi in una altra casa Liguorina in un paesotto circonvicino Napoli detto Somma lasciando quella di Napoli perchè mal condizionata vedea la sua vita. Ivi Monsignore lasciando l’ippocrisia incominciò realmente a provare in parte cosa significhi vita cenobitica. Egli per timore d’esser scoverto non usciva mai di stanza, se non ad ora tarda, e serotina, e sortiva molto circospetto avendo lasciato ancora gl’abiti vescovili; per la qual ragione alcuni dissero che Monsignore erasi recato a Benevento altri in Inghilterra altri cento stravaganze. Ma a Somma Monsignor celato non potea giammai rimanere, ed il rimanere non solo era pericoloso, ma impossibile! nè potea isperare di esser nascoso lungo tempo tanto piú che a tutte l’ore potea venir chiunque o a vedere il monastero, od a visitare un monaco. Piú i suoi servitori ed i monaci stessi conoscevano il segreto e per quanto fossero incapaci di tradimento poteano però esser presi a sorpresa, ed una parola sola che avessero detto avrebbe al certo esposto Monsignore ad irreparabili conseguenze forse peggiori di quelle che gli erano accadute in Napoli di voler cioè ridurre in cenere Monsignore ed il monastero.
Altronde
l’intera Napoli domandava cercava, e fremea di non vederlo avvilito negletto
maltrattato e ....... infatti dopo pochi giorni che Monsignore avea goduto
segretamente l’aria di Somma, taluni si portarono costà sotto pretesto
d’informarsi realmente della sua salute, ma altro era il fine, per vedere cioè
se dimorava Monsignore; ma i monaci fermi risposero di nulla conoscere di nulla
sapere; mentre poi avvisarono Monsignore dell’accaduto che a solo sentire che
s’andava in cerca della sua persona sen rifugiò qual Passerino sul campanile.
Misero! a che tanto danaro ti giova? Intanto questi avendo veduto che erano
state ben inutili le loro ricerche se ne partirono minacciando. Intanto
Monsignore il seguente giorno partí da Somma vestito da contadino alla volta di
Castellammare dove dimorò in una casa di Cappuccini.
Ma
l’uomo malvaggio e sempre tale egli era partito da Napoli ma che vi pare la
sua anima non era a Napoli? non avea la sua corrispondenza con Napoli per
tramare nuove insidie, e tradimenti? Ahi! questo fosse stato falso al certo non
sarebbegli accaduto ciò che scrivo di fretta. Appena dimorato a Castellammare
non altro che due settimane si sparse la voce che Monsignore era costà quindi
sul principio s’intese un mormorio generale poi una voce, in fine un fracasso.
Tutto Castellammare si pose in iscompiglio. Fanciulli, vecchi d’ogni sesso, e
condizione gridavano morte all’iniquo, al traditore. A questo la forza
pubblica non potè restar silenziosa. Quindi la sera del 6 si procedè
all’arresto. Fu preso Monsignore da un drappello di Soldati per ordine Sovrano
e posto sul Vapore Nettuno; l’istesso Vapore che ebbe la bella sorte di
portare il suo Del Carretto. Giunto Monsignore sul Vapore si dice, che avesse
pianto. Ma che credete pel suo arresto? Forse .... Ma credo piú fondato perchè
dovea lasciare le sue ricchezze ed il dispotismo, ed il suo orgoglio, e la
protezione, ed i tradimenti e la Passarella. Ma si domanderà, dove anderà
Monsignore? dovrà esser esiliato, quindi dovrà andare ramingo derelitto senza
amici senza patria. Ma dove? Con altro foglio vel dirò. Per ora questo. Per me
che scrivo dico che gli accadrà lo stesso che al suo compagno del Carretto
avvenne. Sarebbe stato molto meglio spedirlo a Roma direttamente, che far vagare
pel mondo intero una macchina obesa, e maliziosa.
Napoli 7 marzo 1848
(Napoli, Soc. Nap. di Storia Patria)
(Per il commento, l'inquadramento e i riferimenti bibliografici relativi ai passi riportati, cfr., nella sez. Studi («Letteratura e Territorio»), G. CENTONZE, L'arresto di monsignor Cocle a Castellammare)
(Fine)
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