GIUSEPPE CENTONZE
Premessa
alla ristampa di
Generosa, ossia Stabia al secolo nono
di Matteo M. Rispoli
(2007)
«Post fata resurgo», la collana di reprint del Rotary Club Castellammare di Stabia, propone come secondo numero l’introvabile Generosa ossia Stabia al secolo nono, “racconto” del sacerdote Matteo M. Rispoli, Canonico della Cattedrale di Castellammare, stampato nel 1859 per conto della Stamperia Vescovile stabiese dal tipografo napoletano Andrea Festa.
Generosa, che narra una storia avventurosa ambientata a Castellammare ai tempi di S. Catello1 e giunta a buon fine grazie al santo, rientra pienamente nei canoni del fortunato romanzo storico ottocentesco, genere che ben si prestava alle esigenze educative, di divulgazione o di propaganda del secolo, anche a quelle di apostolato della chiesa che cosí poteva in maniera nuova raggiungere un vasto pubblico.
Don Matteo fece sue tali esigenze pastorali2.
Il suo libro si fa apprezzare perché educa, oltre che alla santità, oltre che alla virtú e ai buoni costumi, anche alla difesa dei deboli, alla giustizia e al bene comune. Si fa anche apprezzare per la tecnica narrativa, in quanto —al di là delle evidenti reminiscenze soprattutto manzoniane— si fa leggere con piacere dalla prima all’ultima pagina, suscitando la curiosità del lettore teso a conoscere i risvolti della storia. E si fa apprezzare, soprattutto dagli Stabiesi, per l’ambientazione, che rende l’opera di indubbio valore storico: i luoghi dell’azione vengono oltre che percorsi, anche descritti, corredati di notizie; il lettore attraversandoli riconosce e riscopre o, se non piú esistenti, rimpiange edifici, strade e scorci perduti.
L’autore di Generosa, anche se oggi quasi dimenticato, fu un personaggio di rilievo nella chiesa e nella cultura di Castellammare e, anche se non andò al di là della dignità di canonico primicerio (forse a causa di supposte tendenze liberali), fu pieno di entusiasmi e di iniziative rilevanti.
Nacque il 5 luglio 1822 a Castellammare3.
Nel 1839 era novizio presso il seminario. Fu diacono nel ’44, sacerdote nel ’45, canonico nel ’55.
Nel 1859 uscí Generosa. Poi videro la luce, presso la Tipografia Stabiana, altre sue pubblicazioni, in cui col dialogo educava alle virtú cristiane e alla fede: nel ’61 Felicetta ossia l’alunna di Maria SS., nel ’62 Alfredo ossia il giovane tratto in dubbi religiosi, nel ’63 L’Incognito ossia il difensore di Alfredo.
Alla fine del 1866, il vescovo Petagna rientrò a Castellammare, dopo sette anni di esilio a Marsiglia, e forse non trovò chiaramente schierato il canonico, oppure gli giunsero su di lui voci ostili; questo forse il motivo per cui —ma non sappiamo come veramente stessero i fatti— nel giugno del 1868 ebbe un atteggiamento non chiaro nei suoi confronti4.
Fu notevole l’opera che il canonico Rispoli svolse nel 1874 per il Santuario di Pozzano5.
Nel 1875 mons. Petagna dispose i lavori per l’ingrandimento della Cattedrale, di cui furono investiti il Capitolo e lui stesso e, poiché scavando si rinvenne un sepolcreto, egli fu anche ispettore agli scavi. Il 14 gennaio 18806 manifestò al Direttore delle Antichità Fiorelli difficoltà, scrupoli e soddisfazioni per tale sua duplice attività7.
Nel 1880 lo troviamo a far parte della nuova Accademia Teologico-Filosofica «S. Tommaso d’Aquino», attiva a Castellammare.
La sua alacre azione per la Madonna di Pozzano ancora continuò8. Si diede anche molto da fare per favorire la costruzione del Santuario del S. Cuore a Scanzano voluto da Suor M. Maddalena Starace9.
Nello stesso 1895 apparvero, sulla rivista stabiese «Alessandro Manzoni», due sue composizioni in versi per le celebrazioni a Castellammare del terzo centenario della morte del Tasso, le sestine Torquato Tasso e la censura e l’ode Gli ultimi momenti di T. Tasso.
Dopo tale anno, non siamo riusciti a trovare altre sue notizie negli archivi locali, nemmeno la data della sua morte. Per questo si spera che venga proseguita la ricerca tra le carte esistenti (non del tutto catalogate e ordinate) e sulle riviste stabiesi del tempo10.
Il Rispoli, che forse non fu molto abile nell’apparire e nel lottare nell’aiuola che ci fa tanto feroci, fu certamente una figura di primo piano per come operò e scrisse. Questo benemerito sacerdote e cittadino stabiese, che esortò a interessarci della nostra storia, ad amare il nostro paese, a praticare la giustizia, a impegnarci per il bene comune, da costruire rispettando gli insegnamenti della chiesa, merita di essere studiato e rivalutato.
Il Rotary Club Castellammare di Stabia è lieto di offrire Generosa alla città, anche nella speranza che si colgano gli inviti dell’autore*.
NOTE
Il Rispoli assegna la figura di S. Catello al IX sec., come voleva il Caracciolo, primo editore nel 1626 della Vita S. Antonini del cosiddetto Anonimo Sorrentino.
2Nella dedica al vescovo di Castellammare mons. Petagna, che auspicava «che il Suo clero si mostrasse sempreppiú operoso [...] benanche colla penna», egli scrisse di aver seguito l’esempio di noti autori religiosi, che composero «opere, che impegnano il cuore anche di chi non vive troppo alla virtú e ne fanno sentire la forza». Nella Prefazione aggiunse: «ecco venir fuori, quasi evocata dal patrio amore, questa mia povera Generosa [...] non quale istoria Stabiana, ne tampoco quale inutile romanzo, ma come tipo del vivo desiderio di chi sente pel pubblico bene». Parole nobili, che ne rivelano il sentire e che sono confermate nell’esortazione finale ai lettori fatta a proposito della scarsa documentazione su S. Catello, la quale costituisce l’eloquente explicit del libro: «I miei voti sono, che i miei cittadini [...] si dieno piú accuratamente a rintracciarne notizie, e con autentici documenti ne compiano una completa istoria, ritenendo questo mio piccol lavoro, solamente per quella parte che riguarda le notizie Stabiane e piú la Religione, e la morale, solo scopo per cui io scrissi».
3Il padre Giovanni (di Ignazio, proveniente da Pogerola) e la madre Agnese de Rosa, stabiese, si erano sposati undici anni prima ed avevano già messo al mondo altri figli, tra cui Ignazio (che divenne architetto e nel 1875 progettò l’ingrandimento della Cattedrale di Castellammare poi terminato dal figlio Giovanni) e Francesco Saverio (che lo precedette nel sacerdozio nel 1840).
4Infatti gli concesse una lettera commendatizia da esibire in Vaticano e contemporaneamente fece recapitare al Segretario di Stato card. Antonelli, per mano di altro canonico, un’altra lettera di contenuto diverso per il timore che la prima potesse servire per chiedere un’onorificenza: «Sento il dovere di manifestare a V. Em.za Rev.ma che, sebbene fosse vero l’esposto da me in quella, e che da pochi anni avesse cominciato anche a predicare in favore del Romano Pontefice, pure è da osservarsi che egli appartiene ad una famiglia liberale, ha un fratello Sottoprefetto a Gaeta, dette il voto sí al celebre plebiscito per l’Italia una, appartenne (per quanto sento) ad un comitato, e scrisse qualche articolo, mentre io ero a Marsiglia, in un foglio liberalesco».
Quanto al ‘liberale’ Rispoli, oltre al fatto che assistette a qualche discussa manifestazione religioso-garibaldina e che votò sí nel plebiscito in Cattedrale per “l’Italia una”, noi sappiamo che nei locali sotterranei della Chiesa del Purgatorio, della cui Confraternita egli fu padre spirituale dal 1848 al 1856, fu tenuto nascosto il figlio del sagrestano, il liberale Luigi Florio sfuggito all’arresto nel 1849, e che, quando il liberale stabiese Ferdinando Cosenza il 30 novembre 1850 si avvelenò per timore del processo, proprio lui fu chiamato a dargli gli ultimi conforti religiosi; ma da ciò non possiamo dedurre una sua netta e forte posizione liberale. Pare invece che avesse manifestato tendenze liberali piú marcate il fratello don Francesco Saverio.
5Su sua iniziativa il 26 giugno 1874 da mons. Petagna fu consacrata solennemente la chiesa e il 2 luglio fu concessa dal Capitolo Vaticano l’incoronazione dell’immagine della Madonna, come ricordano due lapidi. Egli stesso per memoria fece erigere una cappella sulla strada che porta al santuario e fece uscire nel 1875, presso la Tipografia Stabiana, i Brevi cenni sulla Effigie e Santuario di S. Maria di Pozzano in Castellamare di Stabia e della sua incoronazione dal Capitolo Vaticano ai 2 Luglio 1874.
6Intanto il vescovo mons. Petagna era morto e dal marzo 1879 gli era succeduto mons. Sarnelli.
7«Io mi trovo nella doppia posizione di Canonico primicerio deputato delle fabbriche per l’ingrandimento di questa Cattedrale, e come tale dipendente in tutto dal mio Vescovo [...]. Sono Ispettore degli Scavi della città di Castellamare, e come tale dipendente dal Direttore Generale [...]. Nella esecuzione degli scavi per le nuove fabbriche della Sagrestia e Canonica fui scrupoloso a conservare anche i piú piccoli rottami di creta, finanche ad essere posto qualche volta da chi non si intende, in ridicolo. Io però sono contentissimo d’aver conservato tutto che ora è in deposito nell’Episcopio, e che io considero come un tesoretto stabiano» (Arch. Centr. St., Min. P.I., BB.AA., Ant. e Sc. 1860-1890, b. 36, inc. 4).
8Il 14 gennaio 1893 fu accolta dalla Sacra Congregazione dei riti la richiesta di concessione dell’Ufficio e della Messa propria di S. Maria di Pozzano, della cui composizione era stato incaricato anche il Rispoli; il 21 gennaio egli stesso tenne una memorabile e toccante orazione; nel 1893, «a divozione del primicerio Rispoli» fu stampato a Siena l’opuscolo Coronella a Maria SS. Incoronata di Pozzano. Anche un’immagine di “S. Catello Cittadino, Vescovo e Protettore di Castellamare di Stabia” (lit. Alfano, Castellammare) fu stampata in quegli anni “a divozione” sua.
9Preparò anche la funzione per la posa della prima pietra da lui stesso adornata (3 febbraio 1895).
10Non esiste una bibliografia sul Rispoli. Tuttavia, si trovano alcune notizie o riferimenti nelle seguenti opere, di cui mi sono servito: M. Rispoli, Brevi cenni sulla Effigie e Santuario di S. Maria di Pozzano in Castellamare di Stabia e della sua incoronazione dal Capitolo Vaticano ai 2 Luglio 1874, Castellammare 1875; Id., Castellammare di Stabia, in «Notizie Scavi Ant.», 1878, pp. 239, 300-301; 1879, pp. 25-26, 208, 225-226; G. B. De Rossi, Il cimitero cristiano di Stabia (Castellammare), in «Bull. Arch. Crist.», s. III, a. IV, Roma 1879, pp. 118-127; S. De’ Ruggieri, Storia dell’Immagine di S. Maria di Pozzano, Valle di Pompei 1893; M. Salvati, Castellammare di Stabia dal 1848 al 1860, Napoli 1910; G. M. Roschini, La vita e l’opera di Suor M. Maddalena della Passione (C. Starace), Isola Liri 1937; G. Celoro Parascandolo, Mons. F. S. Petagna, il vescovo della carità, il difensore della fede, Castellammare 1986; Id., Il Governo episcopale di Mons. F. S. Petagna nei suoi scritti, Castellammare 1992; Id., I Vescovi e la Chiesa stabiana, Castellammare 1997.
*Mentre era in stampa questa Premessa, ma non in tempo utile per modificarla, mantenendo fede al mio intento di proseguire la ricerca sul Rispoli, ero riuscito a trovare presso la Parrocchia del S. Salvatore a Scanzano la data della morte del Rispoli: «Nel dì 13 gennaio 1896, il Rev.mo Can.co Primicerio della Cattedrale, Rev.mo Mons. D. Matteo M.a Rispoli fu D. Giovanni e D. Agnese de Rosa, di anni 73, munito dei SS. Sacramenti, morì, e fu sepolto nel Camposanto» (Libro dei Morti, sotto l'anno 1896). Del che diedi pubblicamente notizia durante la Presentazione di Generosa, avvenuta il 14 giugno 2007 presso l'Hotel Stabia in Castellammare.
(Da: M. RISPOLI, Generosa ossia Stabia al secolo nono, Castellammare di Stabia, Rotary Club di Castellammare di Stabia - N. Longobardi Editore, 2007, pp. V-X)
(Fine)
La Prefazione di Matteo Palumbo a «Generosa»
La Spigolatura di Giuseppe Centonze su «Generosa» di M. Rispoli
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